lunedì 9 novembre 2015

Di uomini e altre amenità

Da quando sono a Milano, nei rari momenti in cui non parlo di pronomi e, tra uno sbadiglio e l'altro fingo di avere una vita, qualche omo ci ha provato con me e le mie occhiaie.

Estimatori dei panda che manco grinpis.

Il primo è stato l'uomo canna, che per ovvi motivi non sarebbe nemmeno da annoverare nella lista.
No, non nella mia lista, nella lista degli esseri di sesso maschile.

Il secondo è stato uomo positività.
Uomo positività lo conobbi in una sera di mezza estate. Poi è morto. Poi è risorto, dopo tre mesi, ed è passato per una birra, siamo stati a casa sua e mi ha parlato di disgrazie ed è morto bis. Poi è tornato, siamo andati in piscina e mi ha parlato nell'ordine di: finocchi, nerd di merda, amici coglioni zoccole e stronzi (parole sue).
Colpita da tanto amore e tanto savoir faire, sono morta io. Come gli opossum.

Poi c'è stato JD. Egli era discretamente gnocco, ma troppo ansioso, mi scroccava troppe sigarette, non aveva nè peli nè bottoni della camicia.
Dopo 3 giorni si è messo con una e dopo 36 ore hanno messo il doppio nome sul citofono.
Io sbaglio candeggio.

Poi c'è stato il metallaro sdolcinato. Il metallaro l'ho conosciuto, mi ha parlato taaanto, chiesto il numero, invitata a un concerto, aggiunta su fb, declamato il suo amore, tutto in una sera sola.
Che con i tempi normali degli uomini, questo accade in più o meno 3 anni.
Il metallaro mi scriveva, mi invitava a birre varie a cui non sono mai andata e poi ha iniziato a mettere foto con una tizia che alle 14 era la dolcissima K., alle 15 la SUA dolcissima K., alle 18 l'amore della sua vita.
Io mi sono sentita salva e lui mi ha CANCELLATA da fb.

Io cambio regione, ma la sfiga continua a trovarmi o, per utilizzare una regola matematica, cambiando la regione dell'omo, il risultato non cambia.

La tragedia è che prima dicevo "Boh, da domani divento lesbica", ora che la vecchiezza incombe non mi resta che piangere.
E traformarmi da promettente lesbica a "Boh, da domani faccio la gattara*".




*La gattara è solitamente una vecchiaccia acida e spennacchiata che tenta di colmare un tracimante amore irrisolto amando e curando i gatti. Essendo di sesso femminile (almeno all'anagrafe) controbilancia la pulsione affettiva odiando il resto del mondo animale, in special modo gli umani sotto il metro di altezza, nani compresi.


Oui, c'est moi.




lunedì 29 giugno 2015

Fate una canna, non fate l'amore


Quand'è che instaurare rapporti umani è diventato così complicato?
Quand'è che gli uomini hanno smesso di essere uomini e sono diventati, boh, cosi.

L'altra sera sono uscita con un'amica, sole, siamo andate a bere una cosa.
Conosceremo qualcuno abbiamo pensato.

Milano è individualista, le distanze sono quelle che sono, aggiungici la gente che si fidanza e quindi muore e tutto diventa complesso.

Comunque niente, andiamo in questo locale molto alla buona e ci sediamo.
Due tizi seduti accanto a noi.
Io non mi ritengo Naomi, ma manco c'ho le branchie e sputo quando parlo e soprattutto non tocco la gente quando parlo.
Sapete quelli per cui c'era un altro girone dell'inferno? Erano tra gli ignavi, che nessuno ha capito che hanno fatto, e i lussuriosi, lì, in un angoletto, c'erano loro "i toccanti".

Il tizio mi chiede una cartina e un accendino.
E vabbè.
Mi chiede di nuovo una cartina e un accendino.
E vabbè, faccio la simpatica, non gli offro nemmeno la fetta di culo.

Alla terza cartina, che ti prego compratele o sparati, la mia amica gli dice: "sei in debito di tre cartine e due usi dell'accendino", simpatica, aperta al dialogo, che mica ci dobbiamo sposare, ma almeno due risate, una birra...
Il coso risponde: "Beh qui dentro c'è dell'erba, facciamo pari così?"

No. Aspè.
Seriamente?
Davvero mi stai offrendo una canna? La tua peraltro?

Dannata festa delle meeeeeediuuuuueeeeeeeeeee!

Tizio guarda è stato bellissimo. Sono tornata indietro nel tempo, ma molto indietro, tipo prima che nascesse la frase "posso offrirvi da bere?". Tipo prima che lasciaste la clava per altro.
E' stato COMMOVENTE.

Ho due osservazioni.

1- Karma? Dobbiamo parlare. Io ti giuro, non voglio l'homo sapiens, lo capisco che è difficile, o sono presi o sono gay, lo capisco, davvero. Ma almeno erectus, ALMENO dico.

2- Uomini? Poi se non trombate non ci rimanete male eh.



mercoledì 22 aprile 2015

Settecento


Settecento.
Da un po' di giorni mi gira in testa questo numero.
Ma voi riuscite a respirare?
Quando dite "settecento" non vi si blocca il respiro? Non piangete? Non vi si ferma il cuore?
Avete idea di quante siano 700 persone?
Sono un piccolo paese.
Sono le 30 persone prima di voi alla posta che vi sembrano un'infinità.
Ma moltiplicate per 23 (e più).
Sono le 20 persone prima di voi dal medico.
Ma moltiplicate per 35.

Messe in fila sono troppe.
Sono visi, persone, sono mamme, sono papà, sono fratelli, cugini, amici, ex compagni di banco, ex vicini di casa.

Sono BAMBINI.

Mio Dio.

I bambini.
Ma lo capite quanto devono essere disperati?
Ma capite una madre, un padre, quanta disperazione devono avere nel cuore per mettere il loro bambino su un barcone?
Ma che cuore grande devono avere per contenere tanta disperazione.

Quando ero bambina i miei problemi erano i cartoni animati, le barbie e la cioccolata.
Sopravvivenza era una parola che non avevo imparato.
Era una parola che non mi serviva.
Me l'hanno insegnata loro, queste persone disperate, che vogliono così tanto una vita migliore, che vogliono così tanto una vita che sia vita per i loro bambini.

700.
Vi gira in testa?

Ma quanto dovremmo piangere?

Noi non piangiamo.
Siamo nati dal lato giusto del mondo, solo perchè il destino ha deciso così.
Mia mamma mi ha coperta, coccolata, nutrita e riempita di doni, perchè il destino ha deciso così. Perchè sono nata nel lato giusto del mondo.
E la mamma di Ahmed?
Secondo voi non avrebbe voluto riempire di coperte, giocattoli e vestiti il suo bimbo?
Davvero preferiva metterlo su un barcone e rischiare che morisse di stenti?
Stenti.
I nostri bambini non sanno cosa vuol dire.
Così divisi tra calcetto, danza, tennis e corso di inglese.

E Ahmed?

Voglio un mondo in cui Ahmed giochi, rida e non sappia cosa vuol dire stenti.
Non conosca la parola.
Togliamola dal vocabolario.
Togliamo la parola morte, barcone dal vocabolario.
Facciamo tornare il mare ad essere vita e castelli di sabbia.

Vi prego.
Eliminiamo "settecento" dal nostro vocabolario
Per sempre.


Perdonateci.
Perdonate la nostra supponenza e il nostro ritenere che noi sì e voi no.
Noi meritiamo tutto e voi non dovete venire a rubarci il lavoro.
Perdonate chi ha permesso che uno solo morisse.
Perdonateci perchè non lo dovevamo permettere.
Perdonate le nostre mani che non vi hanno tirati su.
Perdonate le nostre parole che non vi hanno incoraggiato.
Perdonate i nostri pensieri perchè hanno detto "ma chi ve lo fa fare?".
Perdonate le nostre braccia che non si sono aperte in un abbraccio.
Perdonate le nostre lacrime perchè non saranno mai abbastanza.
Perdonate il nostro respiro perchè non si spezza pensando a voi.

Perdonate i nostri cuori che non hanno smesso di battere con i vostri.
Perdonate noi donne perchè vorremmo stringere i vostri bambini.
Perdonate noi uomini perchè vorremmo prendere in braccio i vostri bimbi e fargli fare vola vola.
Perdonate me perchè vorrei darvi l'ossigeno che ho nei polmoni.

Se mai potrete, per favore, perdonateci.

venerdì 6 marzo 2015

Il colloquio al telefono

Come vi avevo già raccontato, avevo già fatto un colloquio su skype, che aveva aperto la via a domande importanti e profonde tipo: "Ma le scarpe, devo metterle?"

Il colloquio su skype è ormai una merDavigliosa occasione che la tecnologia ci offre. Belle cose perchè non devi affrontare viaggi specie se vivi in un'isola in cui ogni giorno una compagnia aerea muore, brutte cose perchè ti senti pazzo.
Eh sì, perchè, come dicevo, non puoi certo presentarti in tuta acetata, ma nemmeno in versione donna in carriera perchè sei pur sempre a casa tua.

Ci si veste perciò a mezzo busto, facendo attenzione a non alzarsi per nessun motivo.
Mai.
Specie se sotto avete le mutande (tratto da una storia vera).

Ma ti senti pazzo al 50% perchè comunque vedi il tuo interlocutore e non gesticoli con la scarpiera.
Col colloquio telefonico, ti senti pazzo al 100%.

Tempo fa ho inviato curricula a tutte le scuole del mondo emerso e, in particolare una, mi ha risposto.
Gentile signorina blabla, siamo interessati al suo profilo, che ne pensa di un colloquio TELEFONICO?
In INGLESE?

MA ANCHE NO.

Successivamente ho deciso di accettare, non mi devono assumere per il mio inglese, mi ameranno anche se belerò allegramente.
E poi se Renzie può dire che mai mater u crai in de tivì wen shishi filingfelt ecc ecc, io posso farcela.
Alle brutte dirò che is taim to it to lanc e li saluto.
Perchè lui sì e io no?

In ogni caso mi sono fatta venire 7 ansie diverse, una per ogni gradevole giorno della settimana, e mi sono preparata alle domande più comuni, comprese "gode di regolarità intestinale?" "Cosa ne pensa del bosone di Higgs?" e via dicendo.

Come notate il cane di peluche si prepara al colloquio.

Volendo sentirmi pazza totale, ho fatto SIMULAZIONI di colloquio in inglese al telefono (la mia insegnante mi chiamava anche dalla barca, la santificheranno a breve) e mi sono vestita per l'occasione.
Poi mi sono seduta a terra, accanto al cane, ne ho assunto l'espressione e ho atteso.
Dieci minuti di ritardo.
I tedeschi.
Sono morti.

Comunque mi chiama l'omino, mi dice ciao sono in ritardo e mi dice ciao perchè vuoi venire in Teteschia tu che sei vicino al sole e guarda o mare quant'è bello?

LA SO

Rispondo che qua ci abbiamo il sole, il mare e basta e che la Teteschia è il mio sogno fin da bambina, non capire la gente che mi parla, comprare cibo solo in buste trasparenti per avere una minima idea di cosa sia, belare in una lingua diversa dall'inglese.
Tu chiamale se vuoi emozioni.

E poi niente, mi chiede perchè insegno e BASTA.
E no tedeschio no, ma hai visto quanti post it? e quante simulazioni? e quanto tempo libero e dignità sono morti a causa tua?

Sei un moshtro.

mercoledì 25 febbraio 2015

Meditazione pop porno

Ve lo ricordate lo yoga?
Ho fatto di peggio.
Ho MEDITATO.
Io.
Donna nonsostareferma.
Ebbene sì, dopo lo yoga non mi sono più fermata, ho capito che non sono una tipa da walking, gag, crav maga e tutti questi sport estremi.
Mi dispiace, sono vecchia dentro, se sudo mi raffreddo e non ho intenzione di arruolarmi nell'esercito israeliano, per cui ditemi grazie se medito.


Comunque tutto nacque da una proposta di un'amica: "Sai, nel posto x fanno yoga, vieni?"
Io, che sono una yeswoman, ho detto ovviamente sì.
Poi ho scoperto che non era yoga dinamico, ma meditazione.
La prima riflessione è stata: non ce la farò mai.

Comunque vado lì e davanti al portone vedo un tizio che non poteva esser lì per altro motivo.
Era semi spiritato, in tuta, con la faccia da "iomedito".
Stavo per andare via, poi è arrivata gente normale.

Mi introducono alla pratica, spiegandomi in cosa consiste, ogni tanto usano un termine che non capisco, ma tutti annuiscono come se avessero detto "ma sì la cozza col pomodoro è la morte sua!" e anch'io annuisco, fingendo che, certo che lo so cos'è la kundaline.

L'omino mi spiega poi che la prima parte sarà occupata da meditazione individuale, chiuderemo gli occhi e lui ci guiderà con la voce, invitandoci a mettere la mano in determinati punti.
Prima sull'inguine.

Il PORNOYOGA

"Mettete la mano sull'inguine destro".
E là no.
E scusate ma io un occhio l'ho aperto eh.
Ma voi... quanti inguini avete?
Io, difettosa e difettata, uno.

Superata questa riflessione matura, l'omino indica gli altri punti, la testa e il fianco.
E, io che ero pronta e matura per questo momento, inizio cantando in silenzio tipo mantra: "una mano alla cabeza, una mano alla cintura, un movimento seeexyyy".
Sensuaaaaaaaaaal!
Il dio dello yoga mi manderà un karma demmerda per il resto della vita.
Giustamente.

Iniziamo.
Ci mettiamo nella posizione del loto e chiudiamo gli occhi.
Primi pensieri:
- mi prude l'orecchio
- mi si stanno addormentando i piedi
- mi fa male il culo

Dopo sono migliorata.
Scherzi a parte la meditazione è stata più "semplice" di quanto pensassi e sono davvero riuscita almeno a star ferma con gli occhi chiusi. Poi, per quanto negheranno tutti, essendo le 21, a tutti passa per la mente almeno un pensiero profondo tipo "mi mangerei un porco piattino di insalata".

Durante la parte successiva una persona si "occupa" di te, prova a ristabilizzare l'equilibrio del tuo corpo con alcuni movimenti o toccando alcuni punti.
Teoricamente, con la pratica, dovresti imparare a sentire qualcosa, variabile tra:
- sensazione di calore;
- sensazione di fresco;
- leggeri pizzicori.

Dato che "fame" non era annoverato, io non sentivo NIENTE.
Sono senza speranza, ho desunto.
L'omino accanto a me, quello posseduto, le aveva TUTTE.
E sentiva caldo, e sentiva freddo, e c'aveva i pizzicori e ovviamente era accanto a me.
Che non ho capito se fosse yoga o vampate.

Tipo quando andate in palestra, voi sollevate 1 kg e già siete lì lì per desistere e l'omino accanto a voi solleva una 500.
Lo stesso.
L'omino pareva si stesse scambiando le figurine.
"Ce l'ho!"
"Ce l'ho!".

Io ero la bambina sfigata.
Quella che trova sempre l'angolo di cielo delle figurine a 4, componibili.

lunedì 26 gennaio 2015

Ciao cuore.





Ciao nonna,

ho pensato molto  cosa dirti, ma niente mi sembrava abbastanza.
So cosa non dirò però, non sarò sdolcinata e non sarò triste.
Perchè tu non sei solo oggi, sei 93 anni di vita piena e felice.

Quindi mi limiterò a dirti: grazie.

Grazie per ciò che sei, che mi dai e che mi insegni.

Tu sei una persona speciale, fuori dal consueto. Del 1921, laureata, a 13 anni nelle nazionali di scherma, con un auto tua e lavoratrice.
Caparbia e volitiva, mi hai insegnato che le cose non basta sognarle, devi volerle.

Ricordo ogni tuo racconto, ogni tuo gesto, ogni tua risata.

Ricordo quando sono tornata a sorpresa prima che ti operassi e, dopo 14 ore di autobus, la prima cosa che mi hai detto è stata "ma perchè sei così spettinata".

Ma questa sei tu.

Sei da sempre il mio modello, moderna, aperta e con una continua voglia di imparare.

Sei un persona luminosa e io sono fiera di portare il tuo nome.

Ti immagino già in compagnia del nonno, del tuo adorato Gerry e immagino mio zio che ti viene incontro e ti dice "Signora Giovanna e che ci fa qua?".

Mi mancheranno la tua voce e le tue mani sempre in movimento. Mi mancherà raccontarti i miei successi e ascoltare i tuoi consigli.

Ma le persone come te non hanno tempo, non passano, semplicemente sono.

Sei aria e sole, sarai sempre intorno a me.

A dirmi che tutto sommato i capelli potevo pettinarmeli.

Con amore infinito,
Giò

martedì 20 gennaio 2015

Cerco casa

Toh, sono passati 100 mesi.

Che poi pare che sono morta a Orbecesso.
Non mi avrete mai.

Nel frattanto mi sono spostata.
Ma andiamo con ordine.

Nonostante lo scarso preavviso sono riuscita a fuggire da Orbecesso con l'autobus della speranza.
Come ho messo piede in terra sicula, notoriamente ben collegata con tutto il mondo, mi hanno chiamata per fare un colloquio.

A Milano.
Che tipo ci siamo incrociate con la valigia. Lei andava a casa mia, io a Milano.

A Milano ho fatto un colloquio e mi hanno detto "le faremo sapere".
Poi mi hanno mandato una mail e ho fatto un altro colloquio. E mi hanno detto "le faremo sapere".

Morale della favola mi hanno presa tutti, perchè sono troppo bella, o perchè gli ho fatto un'offerta che non hanno potuto rifiutare e ho trovato 3 lavori.

La mattina insegno ai cinesi, il pome online e la sera agli erasmus.
La notte salvo il mondo.

Ovviamente in tutto ciò ho cercato casa.
A Milano.
Maina gioia proprio.

Ho iniziato a guardare gli annunci evitando:
- monolocali spaziosi/areati/deliziosi = ossigeno solo per una persona piccola;
- tranquillo/ in zona ben collegata = in Kazakistan;
- piccolo angolo cottura = fornello a gasSe;
- mansarda ben arredata = sottotetto con sorci.

Nonostante ciò ho chiamato per mezza mansarda.
"Salve agente immobilaDro stavo guardando l'appartamento xy, ma credo manchi una foto, non vedo il letto o il divano letto o il pouf o la cuccia"
"Ah ecco signorina, vede quell'angolo dove la mansarda è più bassa"
"Sì..."
"Ecco, lì può mettere un MATERASSO"

E fare pipì in una pianta per sentirti in campeggio dentro.

Secondo tempo:
"Salve telefono per l'appartamento xy, c'è il letto?"
"Ahah che simpatica signorina, certo!"
"Bene e mi scusi in che senso -bagno di fronte-?"
"Di fronte"
"Mi fornisca un termine di paragone, faccia contenta la grammatica, di fronte A?"
"All'appartamento"
"Non capisco, finga che io sia demente"
"Nel corridoio condominiale"
"... devo lasciarla, non ho un accappatoio abbastanza elegante"

Terzo tempo:
"Salve. Telefono per l'appartamento, c'è il letto? e il bagno?"
"Ahahah certo"
"E dove?"
"Il bagno è IN COMUNE"
"Nel senso che è al comune? col sindaco?"
"Lo condivide con l'appartamento di fronte".

"Pronto agenzia xy?"
"Sì come possiamo aiutarla?"

Voglio un cesso tutto mio.
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