sabato 21 maggio 2011

Quei giorni...

Nella vita ci sono giornate super fortunate, quelle in cui vai a letto e hai l'adrenalina a mille e vorresti rivivere la giornata mille e mille volte.
E poi ci sono quelle giornate in cui baci il letto e ringrazi che sia finita.
E che tu sia sopravvissuta.
Sono quei giorni che generalmente coincidono con quelli in cui le donnine in tv fanno la ruota e si buttano dagli aerei.
Tu ti butteresti dal balcone ma il principio è lo stesso.

La mattina ogni essere umano sano fa la pipì.
Non negate la facciamo tutti, soprattutto quelli che la devono fare dalle 4 del mattino ma sperimentano nuove posizioni yoga per non alzarsi dal letto.
Un inno alla pigrizia.

Quando fai pipì, tiri lo sciacquone e ti rimane in mano la manopolina capisci che qualcosa non va.
La sfiga s'è svegliata prima di te.

Esco dalla stanza e vado in ufficio (io devo andare in salotto) e, distratta dall'empregada che mi dice "dona Giovana attenzione all'ac..., metto il piede in una pozza, sita tra il tavolo e la sedia.
E sentitamente ringrazio.

25 minuti dopo la contabile si fa venire la malaria e mi lascia con crick e crock, mentre il capo, che il giorno prima colto da una botta di gioventù s'è scalato il monte binga, impiega 15 minuti per coprire la distanza tra la porta e la scrivania.
Che manco Armstrong quando è sceso sulla luna.

Poi il guardiano litiga col padrone di casa e arriva l'idraulico, probabilmente direttamente dal kansas dato che lo aspettiamo da 6 mesi.
Avrà trovato traffico.
E inizia, come ogni persona normale, un lavoro alle 16 di venerdì pomeriggio.
'Nsiamai finisce.

Dopo l'avvento della lavatrice abbiamo infatti deciso di darci al lusso e di concederci uno scaldabagno.
Per adesso la scelta era tra doccia rovente e doccia gelida, utilizzando un macchinario misterioso che bolle l'acqua e che rischia di esplodere ogni volta che lo accendo.
L'idraulico per par condicio da prova delle sue grandi possibilità ed elimina il problema alla radice.
Non c'è acqua, nè calda nè fredda.
Continuo a ringraziare sempre più sentitamente.

Realizzato che stare in casa non mi faceva bene ho deciso di andare a fare la spesa.
'Na botta di vita proprio.
Lì il solito omino vendotuttoio mi propone i soliti dvd, ma stavolta si spinge oltre...
mi mostra un cartone, mi guarda con i suoi occhioni languidi e mi dice:
"Signora questo per la BAMBINA".
...
...
...
E lì mi sovvien l'eterno, la vecchiaia, la cellulite, l'orologio biologico, i kg di troppo e l'istinto omicida.

In questo momento, mentre torno a casa schiFando gli psicopatici chapeiros, capisco che non mi sarei mai dovuta alzare dal letto.

Dovevo rimanere lì stamattina.

A grattarmi in compagnia dei meravigliosi bedbugs che accompagnano le mie pruriginose notti de fuego.

venerdì 6 maggio 2011

All'ospedale tic e tac

Come sempre, nella mia ormai media esistenza, come parto mi ammalo.
Ma è un vizio eh, ho iniziato in tenera età, in gita di terza media facendomi venire 41° di febbre.
E non mi sono più fermata.
A Vienna ho avuto l'intossicazione, a cape Town la gastroenterite, a Vilanculo la salmonellosi e a Maputo una serie di malattie varie ed eventali.
Questo perchè io mica faccio la cooperante, sono un'infiltrata dei servizi segreti ospedalieri e sto scrivendo una guida michelin delle cliniche/ospedali nel mondo.
Dato che ho avuto una settimana di passione con l'intossicazione, mi hanno suggerito di fare una serie di analisi e un test per la malaria.
Che qui te lo danno di resto al posto delle caramelle.

Quindi su suggerimento della GINECOLOGA ho fatto il test e le analisi che il mio PEDIATRA (!) di fiducia mi ha prescritto.
Io e l'autista VILANCULO siamo andati in una clinica azzura.
Con l'esterno azzurro, i medici azzurri, i tappeti azzurri, le piante azzurre e i puffi alla reception.

Pago le analisi con metà del mio stipendio e vado da Matusalemme per il prelievo.
Prende la siringa per le analisi, la guarda, mi guarda e dice: "serve quella più grande, serve molto sangue".
E mi mostra il canino.
Mi sento meglio di botto, tento di fuggire, ma ormai avevo pagato.

In ogni caso l'aria condizionata era a -24 per cui almeno la broncopolmonite ce l'ho.

Quando torno a casa vado a controllare la vista dal podologo e la dermatite dal tricologo.

Per confondere meglio le acque.

martedì 3 maggio 2011

Zimbabwe on the roaR

Signori e signori sono tornata
Ho unito l'espatrio obbligatorio al divertevole e sono andata in Zimbabwe dagli animali.
Dovevo campeggiare.
Appena smettete di ridere continuo.
Chi mi conosce sa che amo il campeggio e ho l'animo da boyscout tanto quanto ho l'animo da spalatore di concime.
Per il viaggio dovevamo essere 9, poi 4 sono morti per strada.
Sarà stato il campeggio.
In ogni caso non avevamo tende per tutti quindi amen.
Durante l'organizzazione del viaggio ci sono stati slanci di gioventù e da lì la decisione del campeggio semi-selvaggio (per me dormire senza pareti è selvaggio a prescindere).
Siamo anche arrivati a "massì se non troviamo posto dormiamo in macchina!".
Ad Harare.
Siamo state illuminate che la morte ci avrebbe colto alla prima N della buonanotte.
Per cui abbiamo prenotato una cuccia almeno lì.
Poi abbiamo fatto l'appello dei sacchi a pelo.
UNO.
Il MIO.
Chiaramente non ho informato nessuno del fatto che non so nemmeno da quanti pezzi è formata una tenda.
Quando loro monteranno le tende, io andrò a raccogliere la legna, gli scout lo fanno sempre e scout è sinonimo di campeggio.

La gioventù ha iniziato a morire lentamente quando si è iniziato a parlare della necessità di avere del balsamo per capelli.

In ogni caso la vecchiaia ha avuto il sopravvento e non abbiamo campeggiato.
Abbiamo però dormito in posti inquietanti in cui credo di aver preso, ALMENO, la lebbra.
Così per gradire.

La destinazione cade sullo Zimbabwe, che piace tanto a Giovanna.
Prendiamo informazioni pre-partenza.
"...un'incredibile epidemia di colera..." vabbè andiamo avanti...
"...il secondo paese al mondo per morti fulminati..." vabbè mica pioverà...
"...Harare (la capitale) eletta ne 2011 città meno vivibile al mondo per inquinamento, pericolosità e criminalità..."
Ah ragà in Libia era tutto pieno?

In ogni caso i nostri eroi son partiti.
Il primo giorno diluvia, ma tutto sommato è una botta di culo perchè evitiamo la manifestazione e non ci fucilano in loco e ci si ferma a Mutare, 'nsiamai ne sentissi la mancanza.


Dopo visitiamo il parco Bvumba, bellissimo, facciamo il pranzo di pasqua con un cheese burger e passiamo il resto della giornata senza luce a giocare a scopone con le coperte sulle gambe.
Con il sottofondo di Mino Reitano che sennò non facevamo vecchio a sufficienza.







Il giorno dopo si va a Chimanimani dove diamo prova di grande senso dell'orientamento perdendoci in montagna.
Bestemmio in cinese, notando l'immensa utilità dei 20 anni di danza classica che in due ci ritrovavamo per curriculum.
Concludo che il prossimo campeggio lo faccio qui a bordo piscina.
Immerse nella vegetazione e disperazione chiamiamo i nostri uomini che immaginiamo SICURAMENTE in lacrime per la nostra assenza.
Ci risponde un animale strano e restiamo nascoste nella vegetazione a lodare gli uomini.

A Chimanimani dormiamo a trombolandia.
Preservativi OVUNQUE.
Pranziamo con dell'ottimo cane e andiamo a nanna convinti di non vedere la luce il giorno dopo.

Dopo Chimanimani si va al lago Chivero dove, per pagare meno, ci spacciamo per i fantastici 5, ognuno con un superpotere personale, che salverà minimo l'Africa, ci credono per motivazioni a me misteriose e ci danno un lodge che è meraviglioso.
Mi commuovo osservando le lenzuola pulite e chiedo di essere adottata ad una zebra.
Dopo OTTO giorni di pasta al tonno, mangiamo la carne arrostita che avevamo tentato di comprare da uno che vendeva filtri per la macchina.


































Gli ultimi 3 giorni li passiamo ad Harare (dove piove), all'Hifa, festival megagalattico, dove uno che si chiama Onut (Onocciolina) mi dice che mi ama, lo informo che sono fidanzata (in africa ho avuto i fidanzati immaginari più longevi della storia) e mi dice che non c'è problema perchè Dio mi ha mandata per lui.
Felice di aver scoperto il perchè del mio avvento sulla terra torno al mio ostello con un tassista ubriaco.
La conversazione è interessante:
"Please sir far from the three..."
a 5 metri dal semaforo: "bene adesso a destra.... noooooooooo not RIGHT now!"

Riassumendo in Zimbabwe ho fatto tutto quello che suggeriscono:
ho fatto l'autostop;
viaggiato con un tassista ubriaco;
dormito in ostello con una che diceva di chiamarsi gipsy african rasta terrorist che, dopo aver urlato alle 7 del mattino, è stata soprannominata gispy african stronza;
fatto pipì in un bagno tapezzato di manifesti che mi spiegavano come lavare le mani pena il colera, ma in cui per l'igiene non presente penso di aver preso l'ebola;
scoperto che sono destinata ad essere la donna di Mr nocciolina.



Ho imparato che:
il campeggio è un male del mondo;
l'ostello è una scelta fattibile sotto il 22 anni;
le lenzuola croccanti non sono confortevoli;
le siciliane in montagna si perdono;
il letto e le pareti sono per me beni imprescindibili;
tuttavia non bisogna lamentarsi perchè c'è chi sta peggio (come la capra che viaggia sul tetto).




In un momento di poesia, dopo 10 pasti a base di tonno, ho anche scoperto che l'inventore della carne cotta è equiparabile all'inventore del sesso orale.
E' stato teorizzato che la carne è caduta sul fuoco e da lì gli uomini iniziarono a cuocere la carne.
Non voglio immaginare su che cosa sia caduta la donna...
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