mercoledì 26 gennaio 2011

La meravigliosa arte della lentezza

Bene.
Il lavoro è cominciato a pieno ritmo, lavorolavorolavoro, facaldocaldocaldo e ho a che fare con i numeri.
Chi mi conosce sa che questo genera disgrazie e sventure.
Io e i numeri abbiamo smesso di parlarci dagli anni '80.
Poco prima che io venissi al mondo.

I mozambicani hanno tante belle cose positive.
Sono aperti, sono figoni da paura, sono simpatici, ridono sempre, ballano meravigliosamente, e tutte queste sono caratteristiche a cui ti abitui con piacere e tanta gioia (tipo al loro movimento di bacino).
Una cosa non mi era calata il primo anno e non mi cala adesso.
Sono LENTI.
Ma non lenti normali.
Lentilentilenti.
Quando vengono verso di te, sembra di vedere Armstrong durante la prima passeggiata sulla luna.
Un cm/h.
Se gli chiedi di prenderti un contratto ti rispondono "simsim" e ti guardano.
E tu cerchi di capire se devi specificare cm (corrente mese).

Ma.
Ovviamente i casi da studio me li trovo tutti io.
Il mio guarda (il guardiano di casa) alle 2 del mattino ha deciso di fare limpeza da terra.
Dietro la mia finestra.
Ora.
Ma secondo voi una persona normale che alle 2 del mattino sente il rumore di una zappa che pensa?
Che la morte s'è portata avanti proprio.
Io non so se l'ispirazione derivasse dalla luna piena o da altro, in ogni caso ho mantenuto una misteriosa calma, ho detto che non pensavo che la terra fuggisse entro la mattinata e lui mi ha risposto, dall'oscurità e attraverso una microfinestra, "simsim doutora".
Dopo essere stata promossa sono tornata a dormire.

L'altro elemento è la mia empregada (la sostituzione umana della lavatrice).
La mia empregada in 2 ore: stira roba di 2 persone (comprese camicie da uomo), lava roba di 2 persone, lava 2 stanze, 3 bagni, un ufficio, fa la cucina e lava la cucina.
Che manco cenerella cenerella lavastiraestendi.
Ci sono 2 possibilità.
O è la figlia di flash o non fa nessuna di queste cose.

E il capello che mi guarda ogni mattina dallo specchio mi sembra un chiaro messaggio...

venerdì 14 gennaio 2011

Piccole sfigate volano

Il giorno della partenza è infine giunto.
Afflitta come se mi fosse morta una colonia di gatti ho salutato amici, ammore e famiglia e mi sono avviata all'aeroporto.
Il primo.
Per misteriosi motivi non ho avuto nè ritardi nè problemi.
A Roma sono venute mia moglie e mia suocera e ci siamo tanto amate.
E da lì iniziarono le tragedie.
Ogni volta che Marta viene in aeroporto, appena se ne va, annunciano un ritardo.
Per cattiveria.
Però in genere sono ritardi umani...
"Informiamo i passeggeri per addis abeba che il volo ha un ritardo INDEFINITO".
...
"Buonasera, mi scusi, così pe curiosità, che si intende per indefinito?"
"L'aeromobile ha problemi tecnici".
Riassumendo s'è rotto l'aereo.
"Quindi o lo mandano da Stoccolma o da addis, minimo 4 ore".
"Belle cose e se una perde ogni coincidenza possibile e immaginabile?"
"Ci pensiamo noi".
Seduta su un carrellino dei bagagli dentro un bagno per ricaricare il cell ho comunicato col mondo.
Dirottano un aereo da francoforte che ci passa a prendere.
Con somma gioia dei passeggeri.
Vicini vicini arriviamo ad Addis Abeba dove ci aspetta un altro aereo.
Con altrettanta somma gioia dei passeggeri.
L'aereo per Maputo puzza di cadavere morto (come disse una mia compagna) e la voglia di tornare a nuoto cresce proporzionalmente al numero di gente senza scarpe.
Atterrata a Maputo faccio 300 km con i bagagli perchè l'aeroporto nuovo e quello vecchio non sono collegati internamente.
Vado nel vecchio a cercare il cambio, spostato nel nuovo.
Vado nel nuovo e cambio i soldi e torno nel vecchio a comprare una scheda.
Torno nel nuovo perchè c'è l'aria condizionata e torno nel vecchio per ripartire.
E apriti cielo.
"A senhora nao esta na lista".
"eh?"
"o seu nome, nao esta".
E io voglio morire pazza.
Torno nel nuovo plesso e chiedo lumi.
Dall'agenzia hanno dimenticato di confermare e in mozambico le prenotazioni hanno la vita media dei moscerini.
Torniamo nel plesso vecchio, poi nel nuovo (così per sport) e scopro che non si parte.
Mi siedo a fumare una siga su una ringhiera e mi rimproverano per misteriosi motivi .
Morale della favola mi raccanta un cooperante e per Beira partirò il 18.
Dormirò 7 giorni su un materasso per terra.
Se il 18 non sono a Beira con una rete del letto andate verso Lampedusa.
Il primo gommone è mio.

Il resto (aggiornato) nella prossima puntata (a internet piacendo).

venerdì 7 gennaio 2011

Il meraviglioso mondo del lavoro

Nella vita ci sono cose facili e cose difficili.
Così pensavo, ma così non è.
Il concetto non è applicabile ad Agrigento.
Agrigento, patria dei templi, ospita una folta colonia di zulù.
ESSI sono intorno a noi, sono i nostri professori, i lavoratori negli uffici, la gente nei locali, i torturatori del periodo ipotetico.

Qui se cerchi di fare lavorare la gente, i pianeti s'allineano e il mondo dei nonlavoratori si ribella.
Ma è colpa mia, devo rendermene conto.
Non posso mica pretendere che un medico sappia leggere.

Come ogni pre-partenza mi toccano una serie di vaccini, questa volta pochi richiami.
Tutto sembrava semplice.
Dopo il primo tentativo di vaccinazione ci sono ritornata (recidiva).
Ho chiesto se nel frattempo, nsiamai 'na botta di civiltà, fossero arrivati i libretti internazionali per le vaccinazioni.
Il dialogo è il seguente:
medico: no questi li da la sanità marittima per la febbre gialla
io: a me lo ha rilasciato l'asl
m: no la sanità marittima
io: ... mi scusi me lo ha rilasciato l'asl...
m: no la sanità marittima
io: (a questo punto convinta che il medico potesse pronunciare un numero limitato di parole nuove al giorno) guardi c'è scritto "certificato di vaccinazione internazionale", ci sono le altre vaccinazioni
m: QELLE LE AGGIUNGONO LORO (?!?!?!?!?), ma li danno solo a chi fa la febbre gialla
io: e io che non l'ho fatta?
Nessuna risposta, chiedo comunque di essere vaccinata.
Il medico non mi parla più e mi fa vaccinare da un'altra medicA (credo abbia anche sputato nel vaccino).

2° round: tentativo di iscrizione alla gestione separata dell'inps
1° tempo
io: buongiorno vorrei iscrivermi alla gestione separata, ho anche il contratto, come mi hanno detto a Bergamo. Bergamo è un posto strano, fa un freddo cane, ma gli autoctoni, forse corroborati dal freddo, usano il periodo ipotetico.
nonlavoratore: torni a gennaio e non serve il contratto.

2° tempo:
Buongiorno, ora che è Gennaio, vorrei iscrivermi alla gestione separata, qui in quest'ufficio in cui non fate altro che iscrivere la gente alla gestione separata.
nonlavoratore1 a nonlavoratore2: tu la SAI acquisire la domanda?
nonlavoratore2 dopo aver visto la mia faccia attonita: non la POSSO acquisire perchè il gatto mi ha mangiato il mouse.
Vada al 4 piano.

Buongiorno signora guardia giurata dovrei andare al 4° piano dalla signora x che ha il potere, e SA acquisire la mia domanda.
Silenzio.
Trovo la strada e lascio il filo come Arianna per scappare veloce.

4°piano:
buongiorno vorrei iscrivermi alla gestione separata:
semilavoratrice: si fa allo sportello, ha portato il contratto?

Ora...
Io sono QUASI contraria alla violenza.
Però capite bene che in questi casi è inumano.
Pure Buddha avrebbe impugnato il calendario.

Meno male che sto andando nel terzo mondo, che almeno salgo di un paio di mondi.
Lì osano i congiuntivi.
In portoghese, ma l'importante è che osano.
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