venerdì 30 dicembre 2011

Colazione da Tiffany


Vi racconterò di come ho vinto il premio per il Natale più sfigato del west.
Il giorno di Natale non merita particolari meriti, il pomeriggio, io e l'influenza siamo stati bene insieme e la notte più che da leoni è stata da coglioni, ma siamo ragazzi, capita.

Oggi ho brillato di luce propria.
Io e ognissanto che ho tirato giù dal calendario.
Come ogni mattina stavo facendo colazione al piccì.
Come ogni mattina ero rincoglionita, ma stamattina ho vinto il premio scoordinazione occhio mano e con un sol gesto ho colpito: pc, ipot touch e cellulare col il latte e caffè.
*APPLAUSE*
Il picci ha cercato di chiedermi aiuto, mi ha detto "periferica usb non riconosciuta", "periferica usb non ricoonosciut..." e si è estinto.
Ora.
Prescindendo dal fatto che la mia rischia di essere la colazione più cara del west, la risposta sorge spontanea.
E che cazzo.

L'ipod e il cell si sono salvati perchè li ho lanciati sul tappeto con rapidità felina (e incredibile come ci si svegli bene e subito al grido di macazzoooo), il piccì no.
Gli ho parlato, l'ho pulito, l'ho asciugato col phon, l'ho smontato (togliere la batteria ad un laptop mper me equivale a smontarlo), credo anche di avergli chiesto scusa dandomi dell'idiota.
Dopo l'ho portato dal veterinario.
"Salve, mi è caduta sul piccì una tazza di caffè e latte"
"Eh ha fatto una bella colazione"
fintadiniente "si può salvare?"
"mica l'avrà asciugato con il phon vero?"
"si? ho fatto molto molto male?perchè?"
"Beh, eheheh, mica sono capelli"
"poi se bestemmio però non devi dire che leragazzedioggisonopocoelegantieh?"

Morale della favola:
- il mio piccì aromatizzato al lavazza crema e gusto è in ostaggio del veterinario simpatico come una colonoscopia;
- il mio natale non lo definirei all'insegna della santità;
- l'ipod touch è diventato leghista e mi chiude il fatto quotidiano mentre leggo;
- la prossima volta faccio colazione da Tiffany e risparmio.

sabato 24 dicembre 2011

Buon Natale!

E' da 1 mese a questa parte che sento lamentele sul Natale.
"Che schifo è di nuovo Natale", "Anche quest'anno è arrivata sta palla", "non vedo l'ora che passi", e così via.
Vi farò una domanda che sorge spontanea e una dichiarazione che vi sconvolgera profondamente.
a- ma che infanzia tristA avete avuto?
b- a me piace il Natale. Confesso.

Mi piacerà pure la sua parte consumistica perchè s'èpersoilnataleditantiannifaadessosifasoloperregalipanettoneeluci, ma mi piace.
Sarò strana che ci volete fare.
Ma sarà che mi ricorda l'emozione di quand'ero piccola, le cose che si inventava mia madre (noi facevamo le pallette, ricordo una cosa che prevedeva il forno, facevamo i fiocchetti per l'albero, ecc.), l'attesa della mezzanotte per i regali,la tombola che vincevamo solo noi bambini perchè "i grandi" si astenevano dal vincere, ecc.
E mi piace anche il mio presepe uguale da 28 anni.
Le montagne camouflage, la tizia con lo scoiattolo, il soffocamento di Gesù bambino con la paglia perchè è inamovibile dalla sua culletta, il cammello gigante, le 100mila pecore, il cane degli sbullonati, i 2 colori di erba.
Che quando l'altro giorno mio padre mi ha detto "potremmo comprare una capanna nuova", l'ho guardato come si guardano i blasfemi seri.
Io non lo voglio il presepe figUo.

Mi piace fare i regali, inventarmi i pacchetti, inventarmi i biglietti, mi piace l'aria truzza del mondo che luccica e sbrilluccica, mi piace che il mio albero sia visibile dall spazio.
Insomma: a me piace il Natale.
E mi dispiace per gli altri.

Ogni famiglia ha le sue rotture di balls per carità. Anche a me scoccia alla morte partecipare a determinate cene in cui ogni persona ucciderebbe tre parenti a scelta in modi poco consoni al detto annatalesiamotuttipiùbuoni e anche io ricevo cose che voi umani non avete mai visto.
Nell'ordine:
- un elefante thun a grandezza naturale;
- una statuetta che rappresenta la maternità (mi avessero regalato la statuetta della matematica c' azzeccavano di più);
- sali da bagno puzzidi e giganti (ma li ha ricevuti anche miO fratellO che ha più diritto al lamento);
- un zainetto in stile sacco della spazzatura con la scritta ARMANI visibile da Marte;
- un quadro con una margherita sopraelevata;
- l'intero stuolo degli angeli divini.

E sì anch'io rispondo: maèproprioquellochevolevo! mimancava! miservivaproprio!

E poi vi prego... o augurate buon natale o niente, evitate di scrivere su facebook "auguri di buon natale ai miei amici quelli VERI, quelli SINCERI, quelli che non ti pugnalano alle spalle, quelli che non ti fregano l'omo, quelli che mi salutano per strada, gli altri morite".
No vabbè capite, fa brutto.

Su su prepariamoci al natale, vogliamoci bbbene, ingrassiamo e prepariamoci al terrore che ha preso il posto dell'infantile attesa per l'apertura dei regali.

Che tanto il pigiama verde di flanella serve sempre.

E tanti aGuri a tutti voi!


giovedì 22 dicembre 2011

In Sicilia: turismo e cultura

Dopo una boccata di civiltà sono tornata.
Pervasa da immensa gioia.
Sono stata in Toscana, a Bolzano, a Innsbuck e a Cesena.
Inutile dirvi quant'erano belle, adorne, natalizie, mercatinose, organizzate, ecc ecc.
A Cesena c'era pure mia nipote quindi vince 10-0 su tutto (no, non abbiate timore mio fratello non si è riprodotto. E' una nipote di cuore, non di sangue).
In ogni caso fatemi lamentare un po' che sennò mi tolgono il patentino di donna, che già esercito poco.
Ho volato con la nostra meravigliosa compagnia di bandiera che, in 2 viaggi del totale di 2 ore e 10 minuti ha accumulato 4 ore di ritardo.
Mei cojoni oserei dire.
In più Alitalia non serve più nulla a bordo, serve acqua in vari formati:
- acqua fresca di montagna;
- the= acqua riscaldata;
- caffè= acqua lorda.
Come si dice da noi: Falla come vuoi ma resta sempre zucchina.

L'attesa delle valigie, 1 ora, ha avuto dell'incredibile e ha previsto il blocco del nastro per 4 volte e la chiusura della saracinesca. Mancava che esponessero un cartello con scritto "lasciate ogni speranza o voi che attendete".
A Catania c'era quello che noi sicilani definiamo "IL NUBIFRAGIO".
Praticamente piove per più di 30 minuti.
Chiaramente l'aeroporto INTERNAZIONALE di Catania non ha tabelloni all'interno, non da informazioni sull'orario dei bus e non ha un percorso coperto fino ai bus.
Non ha nemmeno tettoie per attendere l'autobus.
40 minuti sotto l'acqua altrimenti perdi il posto e, non si sa mai, magari anticipa.
"'Nche senso scusi?"
"Se è pieno parte"
Come in Mozambico.

Arrivata alla biglietteria un signore mi chiede perchè, se il bus parte tra mezz'ora, non sia possibile fare il biglietto.
Mi pare una domanda legittima e chiedo:
"Salve buon'uomo rinchiuso al caldo nel suo cubicolo, mi fa un biglietto per AG?"
" parte fra 40 minuti e i biglietti l facciamo tra 15"
"Buon'uomo perchè? Che le cadono le mani?"
"perchè sì".
...
...
...
"Signorina ha capito qual è il problema"
"Sì, la selezione naturale è un pacco".

Turista straniero che non parla italiano:
"Essshucusi per Licata?"
"Quello"
"?"
"quelloquello dicci che aspetta"
In Sicilia, turismo e cultura.

Però sono diventata cintura nera di finezza.
Alla tizia che era sotto i 7 cm quadrati di tettoia con l'OMBRELLO ho infatti detto:
"Scusa, dato che hai l'ombrello, che cazzo ci fai, potresti per favore toglierti dai cogli, andare a, mi fai un po' di spazietto?".

Io e i miei reumatismi siamo fieri di me.

mercoledì 7 dicembre 2011

Mi chiamavano cliclick


Oggi sono stata ad una conferenza.
Eviterò di sottolineare che l'autorità che doveva procedere ai saluti è arrivata con 45 minuti di ritardo, ha parlato 5 minuti e fatto un intervento che ha portato tanta tanta luce nelle nostre buie menti.
Che ha finito e la reazione generale è stata più o meno "giààà fatto???".
E lo chiamavano Pic.

Dopo questa parentesi da zitella intollerante, voglio spostare la vostra attenzione su una figura mitologica spesso sottovalutata in questi eventi, mezzo uomo e mezzo flash: il fotografo.
N'ansia.
Due ce ne erano, duecento foto pro capite.
Io mi chiedo... ma che fotografano?
Cioè 50 eravamo, o eravamo le persone meno fotogeniche del pianeta (il circolo dei cessi riuniti) o li pagano a cottimo.
Un sottofondo perenne di click, cliclick, clicliclick, gente che si sistemava in maniera ossessivo-compulsiva, chi non si grattava, chi non sbadigliava.
Mancava che distribuissero un bigliettino con su scritto "gli interessati possono ritirare il loro book all'ingresso".
Ad un certo punto mi sono convinta che ci augurassero qualcosa; un coccolone, un infarto, uno svenimento, una botta di sonno, per coglierci di sorpresa o fare lo scoop "si strozza ad una conferenza: la tragedia di una gggiovane agrigentina".
Che poi perchè, tu mi devi dire perchè, ti compri 9 metri di obiettivo che ti sta venendo il gomito del tennista e pare che devi fare un servizio sui pori dilatati e poi scatti in automatico.
Ma vi comprate sti superobiettivi per compensazione?

Propongo l'abbattimento controllato dei fotografi, come si fa per i cinghiali quando iniziano a far danni.
O almeno li si interroga; gli si chiede cos'è il diaframma, se rispondono "un metodo anti concezionale" li buttiamo nel pozzo.

martedì 6 dicembre 2011

La verità è che non gli piaci abbastanza

La frase nel titolo è l'equivalente emozionale e lavorativa del "le faremo sapere".
Avete presente quando scatenate la fantasia? Perché conoscete uno che non è pazzo, non ha 3 occhi e ritiene il congiuntivo socialmente utile?
Sì, è in quel momento in cui perdete/iamo la ragione e scateniamo la fantasia.
E' il momento in cui ci convinciamo che tutte le sfighe del mondo si concentrino su quell'essere, che il karma lo debba punire e che la sfiga di st'omo non sia paragonabile manco a quella di Mr. Murphye in persona.
L'uomo in questione inizierà a perdere il telefono, avere incidenti, lutti, malattie, trasferte in Cina, la cia/fbi/mafia russa/camorra alle calcagna e non riuscirà a telefonarvi.
Convincetevi/ciamoci.
La verità è che non gli piaciamo abbastanza.

E' vero, la situazione, rispetto alla mia giuovinezza (il secolo scorso) è molto cambiata.
Come dicevo in un precedente post, prima si capiva se eri carne o pesce, adesso siamo la generazione surimi.
Le relazioni amorose si sono avvicinate alle situazioni lavorative.
Non c'è nessuno che lavora davvero e non c'è nessuno fidanzato sul serio.
Facciamo tutti stage (flirt, baccagli, ci vediamo, usciamo, ci sentiamo, facciamo palestra, condividiamo lo spazio aereo).
A me la frase "ti presento il mio ragazzo" fa lo stesso effetto di uno che mi dice "ho il contratto a tempo INDETERMINATO".
Madddai su.

L'internship amoroso è la storia del nuovo millennio, non capisci mai se sei zitella o sei uscita dal limbo, non capisci se puoi conoscere esseri nuovi o se fa brutto.

Quando tu hai l'animo zoccolo, lui ha gli attacchi da buonpadredifamiglia, quando tu decidi che sì, tutto sommato puoi lasciargli usare la tua tazza a forma di pecora volante, lui va sette anni in Tibet.
Ma tornerà.

In pratica non solo non abbiamo un lavoro.
Peggio.

Abbiamo la reperibilità 24/24.
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