domenica 17 ottobre 2010

Waiting for

Per adesso sono in vena di lettere e ho deciso di scriverne una dedicata ad una persona piccola piccola ma tanto speciale.
Tanto piccola da non essere ancora nata.

Cara bimba,
non sai con quale ansia e curiosità ti aspettiamo tutti. Vista la tua mamma sarai una meraviglia, simpatica, capace e mai zitta :D
Sai che sei la prima bimba che mi fa emozionare? La tua mamma è la prima amica che aspetta un cucciolo.
Farai disperare mamma e papà (che sono già follemente innamorati di te), non li farai dormire, nè da piccola, nè da grande.
Li farai impazzire al primo sorriso, alla prima parola, persino alla prima pipì nel vasino.
Sarai coccolata, viziata e adorata.
Avrai uno stuolo di ex-leonardini che ti porterano oro, incenso e mirra (facciamo caramelle, giocattoli e vestitini va).
Farai ingelosire papà dal primo fidanzato al futuro marito.
Farai preoccupare la mamma alla prima uscita in scooter.
Ma loro ci saranno sempre e capiranno quando sei triste da come dici "pronto", da come ti muovi e da come sorridi.
Non avrai bisogno di fingere con loro, potrai essere te stessa e sarà bello condividere con la tua mamma i tuoi sogni e i tuoi desideri.
La vita ti offrirà meraviglie e delusioni, ma a tenerti per mano ci saranno sempre loro. Per insegnarti a muovere i primi passi, per accompagnarti nella vita e per prenderti in braccio quando ti sentirai triste.
Il tuo papà smetterà di essere un uomo serio quando ti vedrà sorridere e se gli chiederai la luna, ti chiederà se vuoi anche le stelle.
La tua mamma ti spianerà la strada e il cordone ombelicale che per adesso vi lega, vi legherà per sempre.

Non vediamo l'ora di vederti piccolina.
Ma aspetta un po', non avere fretta.
Mamma, papà, i nonni, noi tutti ti aspettiamo.
Il mondo ha bisogno di una piccola Ary.

Ma dagli tempo.
La mamma deve mangiare molta altra marmellata, papà deve impazzire un altro po' e noi dobbiamo incuriosirci ancora.

E ricorda, le vere donne si fanno sempre attendere.

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giovedì 7 ottobre 2010

Carabbbicchieri 2- la vendetta

Sto iniziando a pensare che certa gente prenda un tot ad accento.
Non c'è altra spiegazione.
Come già avevo accennato in un precedente post la grammatica è giornalmente martoriata e offesa e avevo pensato, di costituire un ente di liberazione dei congiuntivi, un'associazione pro periodo ipotetico, o di farsi dare 1 euro ad accento fuori posto, come si faceva da piccoli con le parolacce.
Avevo pensato di creare il 110, un numero da chiamare in caso di dubbi amletici su "ciliegie" e "ciliege", una specie di telefono azzurro per il congiuntivo maltrattato, ma al contempo un pronto intervento per denunciarne i maltrattatori.
E invece proprio la legge mi ha tradita.
I rappresentanti della legge e io abbiamo rapporti abbastanza blandi, che si limitano alle denunce.
E meno male.
Ieri ho avuto la necessità di denunciare lo smarrimento della carta d'identità.
Sono andata alla polizia e mi hanno risposto che non c'era.
Non ho capito chi.
Nel mulino che vorrei ognuno usa un soggetto.
Poi ho riflettuto che forse, causa tagli, in ogni questura c'è uno e un solo soggetto che sa scrivere.

Quindi sono andata dai carabbbbicchieri.
Un uomo che spero avesse un tic perchè continuava a farmi l'occhiolino, mi ha fatto accomodare, non ho capito perchè, in un luogo in cui non prendevano nemmeno i telefoni e glamour e gioia erano stati sostituiti da giornali ad evidente orientamento cristiano sulla mia città.
Ho letto le crepe, che tutto sommato erano interessanti.
Dopo ho fatto la denucia.
Il maresciallo che ha raccolto la mia denuncia ha, in un colpo solo:
- sbagliato la mia data di nascita;
- sbagliato la data di emissione della carta d'identità;
- decretato che ero "conosciuta ai loro uffici" perchè gli scocciava registrare il documento;
- messo un accento in un posto in cui MAI un bravo accento dovrebbe trovarsi.

Per cui:
io sono nata il 19 Dicembre; la mia carta d'identità è stata emessa il 3/3/207, non ho capito se prima o dopo Cristo e, udite udite, come "sè stesso" si scrive con l'accento "mè stesso" segue le sue sorti.

TristA, pregiudicata, più giovane di 9 giorni e con una carta d'identità vendibile ad un museo mi sono avviata verso casa.
Continuando a chiedermi perchè io non lavoro.
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